Assisteremo inermi ad una nuova era per l’Europa che tornerà piccola e divisa come un secolo fa?
Leggo le notizie dalle bombe nella metropolitana in Russia e mi riempio di cordoglio per le vittime dell’attentato. Mi stupisco, poi, che benchè in un regime simil totalitario neanche loro siano immuni dalle bombarole di inizio millennio.
La storia, si dice, va a cicli e i corsi e ricorsi storici tornano anche quando ormai speravamo di esserne usciti grazie alla conoscenza. Avevamo studiato, eravamo sicuri che tutti avessero capito e che la potenza della memoria ci avrebbe protetto da nuove guerre.
Inoltre la disponibilità delle informazioni sulle cause delle guerre del secolo scorso sembrava aver portato il mondo alla ricerca di una pace assoluta, i politici in cerca di una unione delle nazioni europee decisero di creare un’unità sovrannazionale per proteggere tutti i loro cittadini.
Siamo cresciuti con l’idea che il mondo può solo migliorare, abbiamo visto in adolescenza la caduta del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica, l’apertura della Cina al resto del mondo, viaggiavamo con un solo biglietto in interrail e studiavamo con il progetto Erasmus in università di tutta Europa.
Ma qualcosa non ha funzionato
Coloro che erano preposti a coordinare l’unione forse non si sono resi conto che per limare le divergenze ataviche tra i varii paesi europei li hanno omogeneizzati, limati e depauperati della libertà di sbagliare che forse erano caratterisctiche arricchenti e che avrebbero potuto aiutare a rendere l’Europa più unica e forte culturalmente.
Ormai il livello culturale dei paesi si è elevato, i dati sulla scolarizzazione e l’alfabetizzazione sono rasenti allo zero, in confronto alle medie di 100 anni fa. Vedi link dell’ONU.
La storia possiamo leggerla e studiarla da soli senza bisogno di intermediari che travisino per noi, invece continuiamo a farci raccontare la storia, e il futuro, dagli altri. Da chi pone i propri interessi come metro di giudizio e non riesce o non vuole avere un’ottica più ampia sulla situazione. Nel sondaggio EUROBAROMETER si evidenzia come l’accesso diretto alla cultura non sia così espanso.

Nell’era dell’informazione libera e disponibile ci ritroviamo ad ascoltare solo chi urla più forte. Vedasi Brexit, hanno vinto raccontando anche tante fandonie, ma nessun elettore che ha votato Leave si è premurato di controllare sul suo smartphone se il dato urlato corrispondesse a realtà.
Cosa ne sarà di Gibilterra post Brexit? Saranno capaci di non litigare per un angolino inglese di Spagna? Lo analizza il Post e mi sembra già un motivo buono per rischiare una guerra..
Nelle pagine online di oggi ci sono notizie sconcertanti: Israele mette a punto la nuova “fionda di David“; Trump minaccia la Corea del nord invitando la Cina a partecipare; la Russia di Putin si lecca le ferite di un attentato sanguinario nella metro di San Pietroburgo; in Siria la guerra non finirà a breve dicono gli studiosi; il resto del mondo non è da meno.
Cambia il clima, cambiano le possibilità delle persone ad accedere alle risorse e poi che facciamo? Invece di aiutare chi ne ha bisogno ci trinceriamo nei nostri piccoli regni e cerchiamo di prepararci alla guerra?