A Ciambra – film

Prendendo spunto dalla calorosa accoglienza ricevuta a Cannes dai film italiani, questo sabato ve ne consiglio uno del 2017, “A Ciambra”, che proprio a Cannes vinse il premio Label di Europa Cinémas nella sezione Quinzane des réalisateurs, dedicata al cinema indipendente. La regia è dell’italo-americano Jonas Carpignano, la produzione nientemeno che del grande Martin Scorsese.

Il giovane regista ci racconta la vita quotidiana di una comunità Rom stanziale a Gioia Tauro, in Calabria, chiamata appunto “A Ciambra”. E ce lo racconta senza sconti, senza edulcorazioni, ma anche senza giudizio. Per intenderci, non è un film pro-Rom o anti-Rom, anche se la fascinazione che questo popolo esercita sul regista trasuda dall’occhio poetico con cui sceglie di riprenderlo. Tra gli attori, tutti non professionisti, di varie etnie, una sorpresa: il quattordicenne rom Pio Amato, un talento intenso e grandissimo, del quale speriamo di sentir parlare anche in futuro.

Il film ha vinto il premio per la Miglior regia e Miglior montaggio ai David del 2018. Proprio la regia è invece ciò che convince di meno. Il largo uso della camera a spalla, se da un lato rispolvera echi di quel cinema-verité che vuole rappresentare la cruda realtà per ciò che è, dall’altro porta inevitabilmente ad un effetto “mal di mare”, vista anche la lunghezza del film (2 ore).

Apprezzabilissimo invece il modo di rappresentare così com’è quel mondo ai nostri occhi così degradato, tra incroci (impossibili) di razze e l’ineluttabile destino di chi nasce in una determinata etnia. Ciò detto, rimane un film molto ben fatto, interessante, meritevole a mio avviso più del premio per il Miglior film che di quello alla regia. Un abisso di qualità e intenti lo separa infatti dal (brutto) film vincitore ai David, l’operazione trash finto-innovativa di “Ammore e malavita“, dei Manetti Bros.

Qui potete vedere i primi 8 minuti di “A Ciambra”, per farvi un’idea:

https://www.mymovies.it/film/2017/a-ciambra/news/guarda-linizio/

Voto: 8/10