Queste foto sono frutto di tre viaggi – settembre e novembre 2016, febbraio 2017- al Monumento Naturale della palude di Torre Flavia.
Ogni volta sono entrato da un ingresso diverso. Per entrare nell’area protetta di Torre Flavia abbiamo tre soluzioni:
dalla SS1 Aurelia, al km 42,500 (all’altezza di Ladispoli) dopo il palazzo del Raggruppamento Unità Difesa (una grossa caserma) a sinistra, svolteremo al semaforo a sinistra poi sempre dritto. Troveremo l’entrata in fondo sulla destra. L’ho definita “l’entrata alla curva”. Da qui ci troveremo quasi al centro della riserva.
Altrimenti più avanti c’è l’entrata su via Roma all’altezza del civico 142. L’entrata è attrezzata di capanno informazioni, mappe e depliant. Questo ingresso ci porterà direttamente al rudere della torre. Ci troveremo al lato sud e la riserva si svilupperà alla nostra destra.
Oppure in fondo al parcheggio dell’ultimo stabilimento dal Lungomare dei navigatori etruschi inizia un sentiero che vi farà percorrere da nord a sud la riserva e vedrete il rudere sempre in lontananza sullo sfondo.
Il rudere di Torre Flavia
Il sentiero che si percorre arrivando da nord
Riflesso di Phragmites Australis nell’acqua stagnante
Le rive fangose della palude
I posti paludosi sono posti inospitali, ricoperti di insidiose acque, popolati da insetti molesti e sanguisughe, maleodoranti. Eppure mi ci trovo a mio agio, immerso nel silenzio della natura. La soluzione al fastidio, per noi esseri umani, è non lasciare nessuna parte del corpo scoperta, disponibile alla voracità di questi invertebrati.
Una vista pomeridiana della palude all’interno della riserva
Quando sono in palude è come se sentissi il contatto con l’essere. Quella melma verdastra mi ricorda un liquido amniotico pronto ad ospitare la vita. Se vedessimo la palude dal punto di vista di una zanzara sarebbe un vero e proprio paradiso terrestre! L’acqua stagnante è ideale per deporre le uova, per questi insetti che infatti popolano questi luoghi in grande quantità. Anche mammiferi e volatili hanno di che banchettare!D’estate un vestito di lino o cotone è più che sufficiente per ripararsi dagli insetti e invertebrati molesti.
Folaga (Fulica)
La palude di Torre Flavia si trova sulle sponde della spiaggia e si può notare il confine fra terra fertile e paludosa e la spiaggia di dune.
Spiaggia di torre Flavia all’alba, vista verso Nord
Il vento e la salsedine che provengono dal mare vengono mandate verso l’alto mantenendo la palude al riparo. In passato le paludi retrostanti le dune costiere erano usate come peschiere.
Canale, ex pescheria
Pescheria, dettaglio
Come è noto, dove c’è acqua c’è vita quindi ogni corso d’acqua o palude sono immense fonti di osservazione naturalistica. Ecco qualche scatto di quelle 3 giornate:
Alba a Torre Flavia, febbraio 2017
Migliarino di Palude (Emberiza Schoeniclus)
Pettirosso (Erithacus rubecula)
Giovane di Airone Cinerino (Ardea Cinerea)
Due video effettuati a Torre Flavia:
Una poiana , tre cornacchie e un aereo
Spiaggia verso nord al tramonto
Garzetta (Egretta Garzetta )
Settembre 2016, formazione a v in migrazione
Il rudere di Torre Flavia al tramonto
Dettaglio del rudere di Torre Flavia
Ho diviso i tre viaggi in tre album di Flickr, per chi volesse dargli una occhiata ecco il link:
https://www.flickr.com/photos/151585306@N08/albums
Reportage molto interessante e foto strepitose!!!
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