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Natale al Cinema?

Sì, a… cantare a squarciagola!

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Era ancora estate quando ho saputo che prima o poi sarebbe uscito il film sui Queen; ed ho subito pensato che non dovevo perdermelo per nulla al mondo. Anche se sapevo che ci sarebbero stati un sacco di “anche se”…

Innanzitutto i film biografici sono i più difficili. Da fare e da apprezzare. Il continuo e irrinunciabile rimando alla realtà è chiaramente la base da cui partire per trarne la sceneggiatura, ma talvolta sembra diventarne la limitazione naturale. Però i film sulle star del rock mi affascinano sempre. Chi non ricorda THE DOORS di Oliver Stone? Criticato perché un po’ moralista, troppo semplicista, perfetto nella ricostruzione, esagerato nell’interpretazione (anche psicologica), insomma troppo didascalico, esplicito, hollywoodiano. Però ricordo che a me piacque tantissimo. E che Val Kilmer si era immedesimato così bene che nella mia testa aveva quasi sostituito Jim (cosa terribile da ammettere)! L’unica cosa che non apprezzai fu la scelta di Meg Ryan per impersonare Pamela Courson: le sue smorfiette non sembravano combaciare con l’allure che invece la donna di Jim Morrison emanava.

E chissà chi invece si ricorda di GREAT BALLS OF FIRE, film del 1989 con Dannis Quaid nei panni di Jerry Lee Lewis, pianista americano, una delle prime icone di quel Rock & Roll figlio del Blues, tacciato già allora come “musica di Satana” [nonostante si parli di fine anni ’50 e ancora fosse lungo il cammino verso l’Hard Rock o l’Heavy Metal – o le altre innumerevoli definizioni che si possono trovare ad esempio su Wikipedia se si cerca la parola “Rock“]. Lo avrò visto 3 o 4 volte, perchè per un certo periodo su Italia1 lo mandavano a go-go, in seconda o terza serata. Anche qui l’interpretazione di Quaid fu notevole, tanto da farmi pensare che forse sarebbe stato meglio come cantante che come attore, simpatico ma mediocre. Ma questa rimane una mia idea…

BOHEMIAN RAPSODY è il titolo del brano forse più amato e conosciuto (oltre che sperimentale) dei Queen e riutilizzarlo per il film biograficchitarra elettricao mi è sembrato un bel colpo; come ad esempio il fatto che la vicenda si focalizzi sul periodo tra il 1970, quando il gruppo si formò, e il 1985, quando fu organizzato il concerto a scopo benefico del Live Aid, il top sia dal punto di vista delle capacità di performer di Freddy che della potenza musicale live del quartetto intero. Ciò che colpisce del film sono le ricostruzioni fedeli delle esibizioni, dei costumi e della scenografia, oltre all’attenta scelta del cast nel tentativo di delineare una mimesi precisa quanto meno dell’aspetto esteriore soprattutto dei personaggi/persone-realmente-esistenti… Anche se (eccone uno) il povero Rami Malek ha il compito più arduo di tutti: far rivivere Freddy Mercury. Forse il lato dell’interpretazione meno azzeccato è proprio quello che riguarda la parte intimistica, cioè l’uomo piuttosto che l’artista: il non-più-Farrokh, il ragazzetto di origini parsi nato a Zanzibar, ma il novello-Freddy cresciuto a Londra, studiando Arte e Design, scrivendo canzoni e coltivando grandi sogni. Eppure doveva essere proprio questo il punto focale del personaggio ahimé principale… Il rifiuto delle origini, la solitudine, l’eccentricità del genio, la bisessualità. Nel film c’è tutto anche se (ed eccone un’altro) presentato con toni un tantino edulcorati, come per dire confidenzialmente “Poichè lo sappiamo già, che bisogno c’è di insistere, pescando nel torbido?”. La scelta del politically-correct sembra comunque fare centro, gli incassi al botteghino sono stati eccezionali ed io per prima ho pianto e riso e cantato insieme a moltissimi compagni di sala, nostalgici almeno quanto me. Fa un po’ sorridere la suddivisione buoni/cattivi con cui appaiono i Queen: mentre di Satana ce n’è solo uno, ecco che il resto della band parrebbe composta da angioletti! E qualche inesattezza sulle tempistiche dello svolgimento dei fatti è servita soltanto per aiutare necessari snodi di sceneggiatura.

Mi sembra di notare una certa predisposizione odierna (che nel film si evince) a trattare taluni temi del tempo tipo la “frikkettonaggine” – concedetemi questo termine or ora inventato -,  il Peace&Love, la libertà sessuale come delle “macchiette”, come degli atteggiamenti sopra le righe, caricati, poco naturali; mentre io credo che il costume giovanile degli anni in questione fosse radicalmete permeato dalla voglia di andare “contro” (contro un po’ tutto, forse contro il passato), e dunque immerso in queste nuove tendenze e convinzioni, proprio per combattere certi moralismi che poi sono tranquillamente tornati in auge come i più banali corsi  e ricorsi storici. Certo è che in quel contesto arte e musica sono esplosi in modalità inimmaglinabili.

Music-lifeAlla fine quel che è rimasto dopo la visione del film è solo musica, grande musica e il ricordo di una grande band. E coloro che hanno preferito rimanere seduti durante i titoli di coda (come la sottoscritta) lo hanno fatto perché quelle canzoni sono senza tempo, e cantarle anche dentro la sala di proiezione, va bene. Anzi: è un dovere!

Gossip: chi sapeva che tale Mary Austin, interpretata da una angelica e bravissima Lucy Boiton , fu l’unica grandissima amica – prima addirittura amante – di Freddy?

                                                                                           Tutte le immagini sono state scaricate da Pixabay

 

6 pensieri su “Natale al Cinema?”

  1. Purtroppo non ho visto questo film, ma posso sicuramente condividere l’amore per la storica band e l’ammirazione per Freddie Mercury, uno dei più grandi “animali da palco scenico” del rock, un vero artista. Ho trovato anche molto interessante e condivisibile l’idea che oggi si tenda a vedere il fermento di quell’epoca come un periodo di stravaganti e vezzosi personaggi sopra le righe; forse un po lo erano ma non si dovrebbe mai dimenticare il contesto e le motivazioni di quel fermento artistico. Purtroppo (a volte anche per fortuna) il tempo rende la realtà storia e la storia, mito, con tutte le banalizzazioni del caso. Complimenti come sempre per i bellissimi articoli.

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    1. Ciao Claudio ti ringrazio e ti consiglio di andare a vedere ilfilm, magari al cinema o con un bel dolby surround: ne vale la pena!

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  2. Meravigliosa recensione !
    Indipendentemente dagli errori che possono scaturire in qualsiasi pellicola che documenta la vita di una grande star a me il film è piaciuto moltissimo e non solo perchè mi sia fatta coinvolgere dai capolavori musicali (proprio come te ho riso, pianto e cantato) ma anche perchè ho rivisto la resurrezione dei Queen legata al mio passato. Nulla di pateticamente nostalgico ma semplicemente la celebrazione di un qualcosa che non morirà mai. Sottolineo che come Freddy non esisterà mai nessun attore che possa eguagliarlo ma complimenti a Rami per il coraggio ad interpretare l’ineguagliabile.

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  3. Bellissima questa recensione! Mi hai fatto venire voglia di andare a vedere questo film pur con tutti i suoi punti poco convincenti. Io ho dubbi su Rami Malek visto in un eccezionale MR. Robot ma percepito come un volto poco espressivo, spero che in questo film mi potrò ricredere. E per chiudere il gossip pare che Rami Malek e Lucy Boiton si siano pure fidanzati!

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    1. Grazie mille, soprattutto per aver definito “recensione” questo pensiero… Pensavo: Freddy Mercury ha portato a Rami Malek una gran fortuna!
      Consiglio comunque di vedere questo film!

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