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Fotoviaggio nella Caldara di Manziana

Caldara di Manziana traliccio elettrico

Provengo dalla Braccianese (SP493), da La Storta verso Manziana e quasi arrivato a Manziana giro a sinistra per Via Lazio (SP2C). Imbocco a sinistra via dei Castagni in una strada sterrata che punta dritta verso la campagna. Due signore con la spesa procedono a piedi, io rallento per non alzare il polverone. I nostri sguardi si incrociano, ci salutiamo cordialmente. Deduco che abitano nei paraggi e la loro meta non è lontana.

Lascio la macchina in uno slargo sterrato ad utilizzo agricolo e continuo per il sentiero a piedi.  Mi ritrovo in una piccola vallata con evidenti segni di una squadra di spaccalegna e operai al lavoro. Vista l’ora, le 13.10 circa, saranno in pausa pranzo. Noto che stanno tagliando dei tronchi di legna in pezzi più piccoli e recintando con del filo spinato l’area intorno al ponticello che sormonta un rivolo d’acqua.

Mi ritrovo a seguire il sentiero che prosegue oltre il cantiere dei taglialegna. Si va in salita e la vegetazione si infittisce. Sembra che il luogo sia utilizzato come passaggio di servizio per qualche attività, che scopro subito: un enorme traliccio della corrente elettrica. Il sentiero porta direttamente sotto al mostro friccicante di ferro pesante, che vibra e amplifica il vento che soffia a raffiche decise. Ci passo sotto velocemente, avendo l’accortezza di non toccare nessuna parte di quell’immensa struttura che mi incute parecchio timore. Passata la base del pilastro in cemento armato ci si ritrova davanti ad una staccionata in legno con passaggio basso, ad uso animale.

Caldara di Manziana campo base

Finalmente mi piazzo. Mi trovo in cima all’orlo del cratere e decido di fare qui il mio campo base. Il paesaggio che mi si apre davanti è molto vario. E’ un grande cratere impaludato con al centro un movimento di acqua e ai lati un fitto bosco di nordiche Betulle. I rivoli d’acqua puntano tutti al centro del cratere e i Gabbiani reali e le Cornacchie grigie  pascolano sul fondo bagnato e pieno di nutrimento.

Caldara di Manziana bosco di Betulle

 

 

 

 

Monto l’obiettivo Sigma 150-500mm APO EX DG con duplicatore di focale Sigma AF 2x EX DG Tele Converter e noto sulla destra un maneggio, un parcheggio per le macchine e un sentiero molto più comodo di quello che ho fatto io, che scende da destra.

Caldara di Manziana sentiero e passanti

Il centro della palude gorgoglia di emissioni di anidride solforosa, sprigionando un delicato olezzo di zolfo, che mi crea delle buone sensazioni di pulizia dei polmoni. So che sono credenze di fine 19esimo secolo. Forse le molecole di anidride solforosa mi ricordano le prime forme di vita sulla terra, prese a piccole dosi danno una sensazione piacevole all’olfatto.

La mia attenzione viene catturata da questi pali conficcati negli alberi e alla loro funzione. Avete qualche idea al riguardo? Fateci sapere la vostra opinione

Caldara di Manziana albero e pali

La parte di palude indurita permette di camminare e si è creato con il tempo un sentiero comodamente percorribile. Due turisti si fanno alcune foto ricordo nella palude, accanto alla polla di acqua sulfurea.

Caldara di Manziana turisti

Provo a descrivere questo luogo caro agli etruschi come dimora del dio Meth, dio degli inferi. Cambio ottiche e obiettivi ma nessun vetro ottico né materiale sensibile può descrivere le sensazioni di calma ed eternità che si respirano in questo luogo.

Qualche scatto:

Poiane (Buteo Buteo) Caldara di Manziana

Coppia di Poiane (Buteo Buteo) in volo

 

Cinciarella Cyanistes caeruleus Caldara di Manziana

Cinciarella (Cyanistes caeruleus)

 

Caldara di Manziana e Sigma 150-500 con duplicatore

Per concludere ricordo che è preferibile andare nella caldara nei giorni ventosi, non stazionare troppo tempo in caso di poco vento. Evitare la prolungata esposizione ai gas sulfurei tossici, in particolare modo per bambini e animali domestici (cani, gatti).

caldara di manziana acqua sulfurea

6 pensieri su “Fotoviaggio nella Caldara di Manziana”

  1. Un altro luogo misterioso nel senso etimologico di poco noto, descritto e riscoperto da splendide foto..
    Nonostante l autore ce lo descriva a Un certo punto come financo inquietante, credo Egli sia riuscito invece a trasmetterci un senso di armonia che solo la Natura incontaminata sa darci…

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  2. Caro Federico, ho pubblicato sulla mia bacheca di Facebook il tuo reportage “Fotoviaggio nella Caldara di Manziana”. Semplicemente bello! Si gode l’armonia tra testo e immagini. I miei sinceri complimenti. Arlindo Pinto.

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  3. L’importanza dei luoghi sugli stati d’animo, paesaggi che riempiono sensi e cuore. Questo posto deve essere suggestivo e forse anche un pochino inquietante! Uno scorcio dove la Natura sembra prendersi la rivincita su tutto e tutti: ecco dove leggere info interessanti http://www.tusciasabatina.it/esplora-la-tuscia-sabatina/manziana/caldara-di-manziana/ – come l’ ipotesi che il boschetto che si trova lì sia sopravvissuto sin dall’era glaciale proprio grazie al microclima generato dalla fuoriuscita di gas dal suolo.

    Foto davvero notevoli! 😉 Grazie per averci fatto scoprire un piccolo geyser a due passi da Roma

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