Le persone introverse non amano parlare. Sono brave ad ascoltare, ma a parlare fanno proprio fatica. Soprattutto quando si tratta di parlare di loro stessi, delle proprie esigenze ed emozioni. Forse per questo è così difficile capirle.
A volte ho l’impressione che l’introversione (la mia, nella fattispecie) sia considerata un grande problema, un male che infastidisce soprattutto gli estroversi, piuttosto che chi ne è “affetto”. Ma vi assicuro che è solo un modo diverso di essere, o se preferite un modo di essere diversi. E non è una malattia da curare.
La maggior parte delle persone sono estroverse (tutte quelle che conosco lo sono, a parte me e un paio di altri casi). Una piccola minoranza è introversa, cioè ama la solitudine, rifugge la folla, sfiora la misantropia, prova fastidio a stare in compagnia per tante ore. Ecco, questi comportamenti appaiono inspiegabili ai più; tutti lì a chiedersi cosa abbia di strano questa minoranza di aspiranti eremiti.
Ma chi ha deciso che essere estroversi e amare il casino sia la normalità? Perché l’introversione, la voglia di solitudine, la propensione al dialogo con se stessi sono considerati una sorta di devianza, un male da estirpare? Non si può essere semplicemente una persona solitaria? A quanto pare no. In quel caso hai per forza qualcosa che non va.
Sei strano.
Sei depresso! Ecco la spiegazione alla tua stranezza, ecco perché vuoi stare sempre solo. Ed ecco anche la soluzione, prontamente fornita dagli amici estroversi a suon di telefonate gioviali; ecco arrivare inviti a raffica, devi uscire, devi stare con noi, devi divertirti, guarda che così ti deprimi, sei troppo chiuso in te stesso.
Ma chi decide quando è “troppo”? La maggioranza, cioè l’allegra brigata degli estroversi. E mi può anche stare bene, finché rimane nel suo. Mi sta un po’ meno bene quando la maggioranza ha la presunzione di ergersi a modello di vita altrui. Mi dice come devo vivere, in poche parole.
Comunque, anche se non sembra, oggi sono di buonumore e ho deciso di svelarvi un segreto che vi aiuterà a capire i vostri amici introversi (anche detti orsi, asociali, vecchi dentro ecc. ecc.): a noi stare con gli altri ci stanca. Non ne possiamo più di chiacchiere, risate, polemiche, litigate, sogni, dialoghi d’amore, ristoranti da provare, video da guardare, compleanni da festeggiare, e… parole parole parole. Le parole, queste sì, sono davvero troppe.
Ho letto in un libro (“Le persone sensibili sanno dire no“) che questo stancarsi ha a che fare con la sensibilità individuale e la capacità empatica: alcune persone sono più sensibili di altre (le cosiddette Highly Sensitive Persons) e tendono ad assorbire gli stati d’animo e le emozioni altrui, come spugne. Dopo essersi “riempiti” stando vicino agli altri, queste persone hanno bisogno di alleggerirsi del carico emotivo accumulato, di ricaricare le energie, e per fare questo hanno bisogno di solitudine e di silenzio. Enjoy the silence, insomma. Semplice, no?
Provate a rifiutare un invito a cena, o ad una festa di compleanno. Di solito sono gli amici più stretti quelli che insistono di più, al grido di “Ma non ci vediamo mai”. Per rifiutare quell’invito, abbiamo bisogno di mille parole di scuse, e di una buona scusa che ci impedisca effettivamente di andare, tipo la morte improvvisa (e a volte non basta neanche quella).
“La diffidenza con la quale l’estroverso guarda al mondo interiore,
è pari a quella con la quale l’introverso guarda al mondo esteriore.” (Carl Gustav Jung)
Sospetto che la misantropia sia una conseguenza delle insistenze degli estroversi a “convertire” gli introversi.
A forza di provare a spiegare agli estroversi la nostra diversità, che non è necessariamente un male, e a forza di ricevere in risposta zero comprensione e facce attonite, gli introversi avranno detto, parafrasando Bukowski, “Umanità, sai che c’è? Mi stai sul cazzo da sempre”. E da allora si sono chiusi in casa, per non essere più costretti a dare spiegazioni sul loro modo di essere. Ed ecco nata la misantropia.
Non siamo soli! Grandi personaggi introversi e misantropi:
Moliére, Friedrick Nietzsche, Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Charles Bukowski, Louis Ferdinand Céline, Emil Cioran, Philip Roth, Manuel Agnelli, Brian Molko, Morrissey, Franco Battiato, Manlio Sgalambro, Luigi Tenco, Lucio Battisti, Giovanni Lindo Ferretti, Dr. Gregory House e tantissimi altri……
E voi? A quale categoria appartenete?
tutte le foto sono di Federico Ferrari
Ho percorso un tratto di vita importante con una persona che si definiva introversa e forse posso parlare con condizione di causa..
Benché io non ami in generale, categorie e schemi predefiniti,mi sarei definito prima di leggere questo articolo, assolutamente estroverso.
Quindi primo merito che riconosco all’ autrice, è aver insinuato in me il dubbio..
Il secondo è il fascino della Tua scrittura.
Penso che questi due mondi paralleli siano tuttavia costretti a convivere e a trovare un modo di convivere,del resto gli introversi non vivono isolati su un monte e gli estroverso,sono sicuramente la maggioranza e essendo forse ancora in democrazia,le minoranze vanno rispettate e tutelate..ma non è semplice! La sensibilità di ognuno diventa determinante per una necessaria convivenza ma é molto complicato riuscire a rispettare sempre e comunque,il Vostro legittimo modo d essere.
Qual è il punto di incontro? Immagino tu possa rispondere che non deve necessariamente esserci. .ma in tal caso,io non sarei d accordo..il mondo è uno e dobbiamo pur convivere…
"Mi piace"Piace a 3 people
toc toc! posso entrare? a far silenziosamente parte degli introversi, mica a fare casino!
I KNOW WHAT IT MEANS, dear… la mia esperienza, però è particolare, sai? con gli anni qualcosa si è modificato e la mia “orsitudine” è scemata un po’. ed è aumentata la mia brama di silenzio…
https://www.youtube.com/watch?v=4zLfCnGVeL4 🙂
"Mi piace"Piace a 2 people
Prego, si accomodi pure! Tacciamo tutti insieme in armonia! Invece la mia “orsitudine” (termine che ti ruberò, ti avviso) è classicamente molto peggiorata negli anni…. Tipo signora acida di mezza età :-). Davvero la tua esperienza è un po’ fuori dal coro, mai sentito casi di miglioramento in questo senso. Grazie del tuo commento!
"Mi piace"Piace a 3 people
Bel punto di vista, preò non ti avrei definita introversa! Poi non penso che il mondo sia pieno di estroversi, ci sono persone “rumorose” alla quale categoria ammetto di appartenere appieno, e persone che si sforzano. Tante accettano mal volentieri quell’invito a cena o a una festa per non dispiacere gli altri. Ma penso che i veri amici siano anche capaci di capire la necessità di starsene per conto proprio. Ci sono persone con le quali si esce in gruppo e persone che si vivono in amicizie tête-à-tête. Sta nella sensibiltà di ciascuno cercare di non soverchiare, io ahimé ci provo ma non sempre riesco..
"Mi piace"Piace a 3 people
“Tante accettano mal volentieri quell’invito a cena o a una festa per non dispiacere gli altri”, praticamente la mia foto! Grazie del tuo commento Ross!
"Mi piace"Piace a 2 people