Perché dimezzare il famoso modo di dire? Per dargli un nuovo significato: l’occhio sostituisce il dente (noto però che il senso latente di vendetta sembra comunque permanere)…
“Mangiare con gli occhi“.
Bello, questo proverbio/sinestesia… Così preciso, una definizione così efficacie che mi fa pensare ai banchetti degli antichi romani, quelle cene infinite di certuni ricconi orizzontalmente e mollemente distesi che in effetti godevano della serata con tutti i sensi (le portate erano accompagnate da danze, canti e spettacoli), occhi in primis. Interessante questo link: alimentazione nell’antica Roma
“Anche l’occhio vuole la sua parte“.
Certamente, siamo d’accordo. Quando si parla di cibo, però in effetti la parte dell’occhio svolge quasi una funzione atavica di prevenzione, di allerta da possibili pericoli. La mela presenta un buchino? Potrebbe essere abitata da un simpatico vermetto (cosa che oggi come oggi quasi ci auguriamo!); la buccia dell’arancia sembra collassare da un lato e assumere un colorito verdastro? Potrebbe essersi creata un po’ di muffa (che poi è solo pura penicillina!); la minestra vegetale servita alla mensa scolastica di mio figlio è completamente incolore? Allora purtroppo è un’altro discorso…
Siamo bombardati da immagini di cibo vario che dilagano senza tregua in TV, sui social, sui blog, sul web in generale. Vige l’impiattamento folle, il momento cristallizzato sull’architettura perfetta della costruzione-pietanza fumante e ammiccante. L’occhio smette di fare da sentinella sull’immagine del cibo e si erge a “unico” giudice del GUSTO, in fase addirittura pre-assaggio e pre-nutritiva!
Rètina VS papilla gustativa: ci può bastare questo? In breve: NON SI MANGIA PIU’?
Al di là di nuove parole coniate per definire certe isterie o compulsioni (FoodPorn) ci sono persone che comunque sia riescono a coniugare le loro passioni con i mezzi che il loro TEMPO, questo tempo, intendo quello attuale, mette a disposizione.
Questa l’idea di Michol e Luca che hanno così mixato viaggi, cibo e letteratura.
Date un’occhiata qui: @lumintavola instagram profile.
Michol esordisce così:
Qualsiasi piatto è un viaggio perchè, se ci pensi, qualsiasi cibo emoziona in positivo o in negativo. L’emozione nasce dal ricordo: il ricordo di qualcosa che hai già mangiato, di un sapore che ti porta indietro nel tempo o che fa nascere il desiderio di mangiarlo di nuovo etc. Il viaggio è sì fisico, ma è ricco o si arricchisce solo se si parte prima con il pensiero…
E poi aggiunge:
Comunque noi mangiamo tutto! Cioè assaggiamo tutto ciò che fotografiamo…
Così io, felice, a questo punto comincio a tartassarla.
D: Cos’è esattamente lumintavola?
R: Lumintavola è un account Istagram che io e Luca abbiamo creato a maggio 2017
Il nome è acronimo di Luca Michol in tavola…ma rimanda che ai lumi “luci” sulla tavola (cena a lume di candela) e ai letterati (“lumi”) che hanno scritto di gastronomia. Ogni foto pubblicata ha, come soggetto, un cibo da noi gustato accompagnato da una citazione letteraria.
D: Da cosa nasce l’idea?
R: L’idea è nata dalla volontà di coniugare le nostre passioni, quella del cibo e della letteratura… Approfondirle e, perchè no? Strutturarle, appunto, in un progetto più ampio… Questo è l’inizio di un percorso che, speriamo, possa portarci a qualcosa di più definito…
D: Come funziona questo “mini-sito”? Cos’è PICBEAR? Perché Instagram?
R: Il sito è in costruzione: per ora il progetto è solo su Istagram. Abbiamo scelto Istagram per sperimentare questo canale che non ci era molto familiare. Diciamo che con @lumintavola stiamo imparando ad utilizzare Istagram. I follower sono cresciuti in poco tempo senza utilizzare strategie di marketing vero e proprio. Molti, sappiamo, si servono di alcuni stratagemmi per aumentare visite, click etc. noi, da principianti, abbiamo utilizzato la nostra pagina come diario personale, raccolta delle nostre esperienze di viaggio e di sapore, un archivio di tutto ciò che ha catturato il nostro sguardo e palato.
Accediamo all’applicazione solo su ns mobile, non utilizziamo PicBear, che è il suo visualizzatore web (NdR non ho instagram per cui io ho cercato da computer).
D: A che tipo di “pubblico” pensi possa interessare?
R: Non abbiamo scelto il cibo perchè ora va di moda fotografarlo…non vogliamo seguire la moda (NdR grazieeee, che cara ragazza, e che sospiro di sollievo!).
Spero che @lumintavola venga seguito non solo da tecnici e professionisti ma anche da tutti gli amanti del buon cibo e della letteratura.
D: Che risposta c’è stata?
R: Buona, la ritengo ottimale…abbiamo creato uno zoccolo duro di follower senza aggiungere i nostri contatti di Facebook. Molti dei nostri amici non sanno che la pagina @lumintavola è la nostra… Anche qui è il gioco… La risposta è dovunque, da ogni parte del mondo, da chiunque arriva richiesta di contatto, da chiunque sia colpito dal piatto o dalla citazione proposta. Basta utilizzare le giuste parole chiave e, giocare con le parole, così come con i sapori, è da sempre il nostro punto forte…
D: Come pensi di continuare, dove ti porterà questo percorso?
R: Viviamo questo progetto giorno per giorno, tutto è nato dal caso: questo non vuol dire che non abbiamo progetti, anzi, come accennavo prima, il sito è in costruzione. Tante cose nascono senza un motivo vero e proprio… Andando avanti in un percorso di ricerca e di approfondimento si aprono nuove strade senza andare troppo lontano da dove siamo partiti.
E come diceva Proust “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Con @lumintavola cogliamo a pieno i nostri attimi, li condividiamo su Instagram e cerchiamo di trasmettere le nostre emozioni agli altri. Questo porta ad avere tanti e tanti nuovi occhi!

Grazie a Michol e Luca. Se diventate loro followers riceverete tante ricette!
Tutte le immagini sono di copyright di @unrequiredthoughts, tranne l’ultima, copyright di @whilemyguitargently