Lifestyle, Pensieri

Scrivere lettere

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Un giorno un’amica che ora vive in Provincia mi ha detto:

– Mi scrivi una lettera?

– Una lettera con francobollo?

– Sì, grazie così la tengo in borsa.

Non era una novità, prima delle diffusione della posta elettronica c’era stato un fitto scambio epistolare che aveva accompagnato i suoi studi all’estero e poi il lavoro lontano da casa.  Questa volta però  la richiesta era diversa, più diretta. Non solo pensieri ma anche presenza.

La lettera è un oggetto. E’ un dono al di là delle parole che trasmette. Comporta un tempo maggiore per la stesura – mi rifiuto di mandarla con cancellature. Un certo sforzo di composizione che la comunicazione tramite email riesce ad aggirare. Prevede il non trascurabile problema dei francobolli, talvolta con la ramanzina del tabaccaio: – Ma chi li vende più! Lo sa quanto ci guadagno su un francobollo? E però quando nella buca delle lettere invece del volantino della pizza trovo una busta o una cartolina è una grande emozione.

Scrivere a penna è faticoso. Quando ero piccola ricordo mia madre che dopo cena, nonostante la stanchezza del lavoro e della famiglia, prendeva dei fogli a righe azzurre e iniziava a scrivere alla sorella in Canada. Sbagliava, ricominciava finché non raggiungeva il suo scopo. Riempire in modo ordinato le due facce del foglio. E poi tutti ad aspettare la risposta magari con una foto dentro.

Ha senso scrivere ancora lettere? Cose da ragazzine o da intellettuali – quando ancora non dovevano sbattersi tra uno studio televisivo e un festival per promuovere i loro libri? La vita corre sempre più veloce, persino il telefono di casa è silente perché è preferibile sentirsi sul cellulare tra uno spostamento e l’altro (lo faccio anch’io!). I tempi morti sono un lusso.  Ecco scrivere una lettera è un lusso ed è questo piacere che doniamo.

Doniamo il tempo sottratto a tutto il resto, una piccola orma che invece di restare sulla sabbia viaggia. L’inchiostro pesa le mie parole ma non le rende più interessanti! Gli dona corpo, ne aumenta il significato perché anche la grafia parla di noi.

 

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Io e la mia amica abbiamo ripreso a scriverci da più di sei anni: cartoline, lettere che cercano di spiegare quello che ci accade, lettere quasi vuote con dentro un segnalibro e una frase. E’ un discorso che corre parallelo alla nostra vita ma anche ai nostri incontri, alle telefonate, a  Whatsapp.

Oltre a lei ci sono altre due persone che continuano a preferire la carta alla posta elettronica, una vive a Londra e l’altra in Giappone e mi spedisce sempre dei biglietti magnifici. Compro cartoline durante le vacanze e dedico davvero tanto tempo a scriverle, perché mi piace il lusso.

 

“Pina Righetti fanciulla ignorantissima scriveva a suo marito Cletto Arrighi cose nella loro semplicità quasi sublimi per esempio questa: “Mio Carlo, tua Pina”

C. Dossi, Note Azzurre da Vite di uomini non illustri di Giuseppe Pontiggia

 

Le immagini di questo articolo sono copyright di Librointasca maggio 2017.

4 pensieri su “Scrivere lettere”

  1. Continuo impererrita a comprare agendine, quadernini, penne, matitine. Eppure non scrivo più tanto quanto facessi tempo fa.
    Anche la lista della spesa, ad esempio: la compilo su un foglietto (che il 95% delle volte rimane sulla credenza, in cucina).
    Lascio bigliettini sparsi per casa: saluti ai bambini quando svegliandosi non mi troveranno; indicazioni varie per l’altro genitore ;)…
    Forse spreco ancora molta carta; ma poi la elimino nel cassonetto giusto, lo giuro.

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  2. La sorpresa di ricevere nella cassetta delle lettere una cartolina o una lettera. Ricordo l’aspettativa e il fremito di emozione quando la aprivo. È tanto che non ne scrivo. Il tuo articolo mi ha fatto venire voglia di ricercare qualche bel foglio di carta da lettere nel cassetto della cancelleria e mettermi alla scrivania e godermi una mezz’ora di lusso assoluto. 😊

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