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A piccoli sorsi.

Perché non allegare un bugiardino a certi libri? Consigli per la somministrazione di alcuni romanzi, belli e dolorosi.

Scrivo di getto dopo una lettura volutamente intervallata, nel senso che me lo sono imposta anche se non proprio da subito; sì, perché quando un libro scorre che è una meraviglia, bisogna trattenersi e non precipitare; assolutamente non farsi sopraffare dall’ingordigia di parole. L’obiettivo dovrebbe essere, invece, quello di di berlo a piccoli sorsi.

Ho comprato Le Fedeltà Invisibili con la consapevolezza che avrei un po’ sofferto. L’ho tenuto qualche giorno sul mobile della camera. Passandoci davanti l’ho guardato, più volte, pensando “Intanto sei mio; ti possiedo; ti aprirò solo quando lo dico io (non sto citando nessun fantomatico pseudo mago della tv)!”. L’ho anche spolverato.AB55271D-9095-4E2C-965A-DE167927E57E

Poi evidentemente il momento è arrivato. Pensando di essere pronta, il mio approccio è stato ingenuo, se non goffo. Me ne sono invaghita subito, già dalla prima pagina, per cui ho rischiato di esagerare. Poiché però i temi non sono leggeri, per fortuna sono riuscita a trattenermi un po’. Altrimenti si rischia proprio di non reggere la botta.

Ma andiamo con ordine. La scrittrice francese Delphine de Vigan è una donna bella e raffinata; i suoi testi hanno vinto molti premi e questo è il suo ultimo lavoro. In Italia è stata pubblicata da Mondadori e da Einaudi. Ciò che si evince da titoli e storie è questo rimando costante ad un filo, ad una connessione precisa, quella tra genitori e figli o al contrario tra figli e genitori, come a risalire verso l’alto – o andando a ritroso nel tempo – con un movimento casuale da giù a su o da su a giù. La famiglia è il nucleo sociale se non esistenziale, che Delphine descrive di volta in volta, anche se raccontando vicende sempre diverse. Parte tutto da lì. Da rapporti – quelli che in teoria dovrebbero essere i più stretti, i più intimi – inespressi, o al contrario iper-manifesti; la prima unità di tipo sociale in cui l’individuo si forma, in realtà si sta disgregando, lasciando posto a soggetti soli e infelici. Tema tutt’altro che nuovo, è vero. Ma questo romanzo ha una certa potenza, un linguaggio diretto, ruvido, secco, tagliente. Alcuni personaggi parlano in prima persona, trasmettendo direttamente al lettore le loro difficoltà esistenziali. Che sia l’insegnante dal passato segnato dalle indelebili violenze del padre; che sia l’umile casalinga che scopre dietro alla mitezza del colto marito un alter-ego inquietante di blogger razzista, xenofobo, e pure misogino.

E poi si parla di un’età difficile. Bambini/ragazzi di dodici anni, né carne né pesce, in balìa dei loro interrogativi senza risposta; di genitori allo sbando; di un sistema scolastico in cui se un prof si interessa troppo agli studenti, vuol dire che è fuori di testa.

Scuola e famiglia. Le insicurezze delle infrastrutture culturali sono le stesse insicurezze di genitori divorziati e/o disoccupati, e di conseguenza dei loro figli, che cercano nell’alcool non tanto esaltazione quanto stordimento, un involucro entro cui rifugiarsi per non sentire, non vedere, non subire e soprattutto non essere.

Quattro punti di vista. Due donne e due ragazzini. Un micro-frammento (raccontato con lucidità e una punta di sadismo) che fa parte di una storia più lunga, più larga, che risale a chissà quando e che chissà come finirà. Il finale rimane aperto, e lascia una forte carica di suspens (francese)!books

Da genitrice devo ammettere che ho provato un certa inquietudine, anche se i miei figli sono ancora piccoli. Ma il libro è bello e vale la pena di leggerlo. Piano piano. E mi aspetto un bel film (dai nostri cugini d’Oltralpe, ovviamente) tratto da questo romanzo. Di sicuro ci hanno già pensato!

             Tutte le immagini sono state scaricate da Pixabay tranne foto n.2 copright di @whilemyguitargently

 

3 pensieri su “A piccoli sorsi.”

  1. Complimenti, bella e profonda recensione, come sempre del resto. Comprerò il libro domani stesso, sono andata in libreria molto spesso, ultimamente, cercando qualcosa di interessante ed ora so cosa comprare.

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