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Il Kindle ed io: una storia tormentata e senza passione

Lo scorso Natale ho ceduto alla tentazione di farmi regalare un Kindle, il più diffuso lettore digitale di ebooks. Già il “farmelo regalare” è indice del fatto che non pensavo valesse la pena spenderci dei soldi (miei). Nonostante il pregiudizio inconscio, questi i motivi che mi hanno spinto a chiederlo a Babbo Natale:

la mancanza di spazio (la mia libreria traboccante non regge più il peso di tanta -presunta- cultura), il risparmio economico (gli ebooks costano molto meno delle edizioni cartacee), un minimo di coscienza ecologica (meno alberi abbattuti per stampare libri che non sempre valgono la pena), il dolore alla spalla causato dalla borsa troppo pesante (e no, portarsi “La scuola cattolica” di Albinati da leggere sul treno mentre vado al lavoro –e ritorno- non è stata una buona idea).

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Ho configurato l’apparecchio con il mio account Amazon, registrato la carta prepagata e fatto i miei acquisti. Tutto è stato molto semplice ed intuitivo, tanto da non aver mai avuto bisogno di consultare il manuale online.

Ho subito approfittato dell’offerta del giorno ed ho acquistato “Pastorale americana” di Philip Roth (ed. Einaudi), che desideravo leggere da un po’, dopo la folgorazione del bellissimo “Il teatro di Sabbath”. Mi rendo subito conto che la scrittura densa e ridondante di Roth non rende al meglio sul Kindle, risultando ancora più contorta, anche per la difficoltà che trovo nel tornare indietro e ritrovare il punto “ostico”, da chiarire. Ho serie difficoltà a seguire la trama. Mi viene voglia di sottolineare alcune frasi ciniche e vertiginose, alle quali l’autore ci ha abituato e che rendono il suo stile così peculiare ed affascinante. E lo faccio. Sottolineo col dito indice. Puntando il dito su una data frase e selezionandola, si crea un’evidenziatura grigia. Mah, mi sembra una schifezza, lo confesso. Mi manca la penna, mi manca la matita. Disagio. Non ci siamo.

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Il libro è molto bello, anche se non a livello del “Teatro”, a mio parere. Sospetto che il mio giudizio su quest’opera sia falsato dall’averla letta in formato ebook e mi ripropongo di rileggerla in cartaceo, un giorno. A conferma della mia insoddisfazione, il giorno dopo vado in una buona, vecchia libreria fisica ed acquisto “Nemesi”, dello stesso autore.

Mi dico ok, Roth lo devi leggere in cartaceo. Proviamo con qualcos’altro.

Approfittando di un’altra offerta, acquisto dubbiosa la biografia di Giacomo Leopardi, di Pietro Citati, edito da Adelphi.

Mi piace, mi appassiono e sottolineo come una matta col dito impazzito. Provo anche a prendere appunti, qualche nota mia personale a margine, come faccio sempre quando un libro mi stimola particolarmente a livello intellettuale.

E no, non ci siamo neanche qui.

Irritata dalla scomodità mista alla lentezza dell’apparecchio, risolvo con un buon vecchio blocchetto di appunti e una bella penna blu, con i quali mi barcameno sul treno per non perdermi i punti più interessanti di questa appassionante biografia, che consiglio.

Terzo tentativo, “Sottomissione” di Michel Houellebecq, trovato addirittura in offerta gratis, con mio grande giubilo. Vabbé, allora te la cerchi, direte voi. Un po’, vi rispondo io. Meglio leggerlo gratis in formato ebook che cartaceo a 10 euro, su questo non ho dubbi. Un paio di sottolineature, ma nel complesso questo originale e preveggente romanzo si fa leggere, anche in formato digitale. Fila via che è un piacere, con qualche sorriso e qualche disgusto, à la Houellebecq.

Mi riprometto di fare un altro tentativo, nel frattempo ho acquistato in offerta “Il Tao della Fisica” di Fritjof Capra (pentendomene immediatamente) e “Nanà” di Emile Zola (gratis!!!!).

Conclusione:

per quanto mi riguarda preferisco decisamente il libro cartaceo. Questo tentativo con il Kindle mi ha fatto capire quanto amo il libro. Odore, peso, rumore della carta. Il fatto che gli altri possano vedere ciò che stai leggendo. Incontrare qualcuno sul treno che legge con un ebook reader mi dà sempre un po’ di dispiacere, perché non saprò mai cosa sta leggendo e quindi, in parte, chi è.

E voi? Riuscite a leggere con gli ebook readers o siete vintage inside come me?

Intanto vi do una dritta: una mia cara amica inglese mi fa presente che si pronuncia Kindol, e non Kaindol! Sappiatevecelo. Sappiate anche, per i pochi che se lo fossero chiesto, che il mio nick viene da questo bellissimo pezzo del sempre valido (e sottovalutato) Andrea Ra.  Per il video clicca qui

 

Libri per Kindle.

Tutte le foto sono di Federico Ferrariv

9 pensieri su “Il Kindle ed io: una storia tormentata e senza passione”

  1. Ciao Insiemealvento,
    complimenti per l’articolo. Tutto ciò che pensavo riguardo le nuove tecnologie e i libri, sintetizzato in poche righe. E’ stato un piacere collaborare con te per le foto dell’articolo.Alla prossima!

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  2. Bellissima questa storia tormentata! Io continuo ad adorare i libri di carta, ma nel Kindle ho trovato la liberazione dai confini. Posso avere un libro appena uscito senza aspettare! E finalmente trovo i libri in inglese senza doverli cercare in giro per la città o dover aspettare che me lo portino dall’estero. Le parole che non conosco ad un solo tocco mi si schiudono in un ben fornito dizionario. Poi le fiabe, il libro della buonanotte funziona di più quando lo leggi al buio per far addormentare i figli. Quindi ormai prima compro l’ebook e solo se ne vale la pena prendo anche il cartaceo. Poi finisco in libreria in un giorno di offerte e mi compro comunque 2 libri cartacei a 9.99! 🙂

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    1. Potresti trovare qualche cosa da leggere qui: https://www.gutenberg.org/ un progetto gratuito di digitalizzazione dello scibile letterario: “Project Gutenberg offers over 54,000 free eBooks: Choose among free epub books, free kindle books, download them or read them online. You will find the world’s great literature here, especially older works for which copyright has expired. We digitized and diligently proofread them with the help of thousands of volunteers. “

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    2. Carissima Unrequired, sì certo, ammetto che ha i suoi pregi e quelli menzionati da te non sono certo da sottovalutare, ma……. come direbbe Arisa “L’amore è un’altra cosa” (ma che faccio, cito Arisa?) 🙂

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  3. carissima Whilemyguitar, Zola è uno dei miei primi amori! Ricordo ancora le nottate a leggere “Germinal”…. a volte vorrei essere ancora ragazzina per poter leggere per la prima volta questi capolavori! Grazie per il tuo commento e buona giornata

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  4. Mi hai fatto venire voglia di recuperare il mio “Nanà”, letto tantissimi anni fa: in versione stupendamente cartacea, edizione economicissima, perso tra molti altri volumi a casa dei miei genitori. Mi va di rileggerlo, riscoprendo cos’è che sottolineai all’epoca…

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    1. carissima Whilemyguitar, Zola è uno dei miei primi amori! Ricordo ancora le nottate a leggere “Germinal”…. a volte vorrei essere ancora ragazzina per poter leggere per la prima volta questi capolavori! Grazie per il tuo commento e buona giornata

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