Viaggi

Fotoviaggio alla Tomba dei Leoni Ruggenti

Ci sono alcune strade che faccio solo per il gusto di farle e la formellese (SP12 A) è una di queste.

Circa al ventesimo chilometro della via Cassia (SR2) si imbocca a destra la formellese (SP12 A). Dopo circa 1,3 km si svolta a sinistra con una curva a 30° su strada asfaltata. Svolta piuttosto impegnativa da effettuare, visto il traffico veloce da entrambe le direzioni. Consiglio una certa prudenza.

Dopo circa 500 metri vengo attratto da un pannello informativo sulla destra.

65tomba dei leoni ruggenti tdlr S

La strada è isolata e di campagna, sono completamente solo. Mezzo km più avanti, intravedo un furgone di operai che probabilmente stanno pranzando a bordo strada. Sono circa le 11 e sembra un antipasto, un fermino per lo stomaco.

Prato fiorito papaveri primavera tomba dei leoni ruggenti

Leggo il pannello informativo e decido di andare a fare un giro:

64tomba dei leoni ruggenti pannello tdlr S

Torno in macchina e prendo l’attrezzatura per farmi un paio d’ore di appostamento in un punto da poco scoperto. Ho come al solito tutto il necessario in caso di pioggia, infatti il cielo è variabile e pioviggina già da stamattina. La tomba principale, quella dei Leoni Ruggenti, mi ospita durante un acquazzone, dandomi riparo. La copertura moderna è molto utile in questi casi!

Tomba dei leoni ruggenti  ingresso principale

Tombe minori Tomba dei leoni ruggenti

60tomba dei leoni ruggenti tdlr S

Ingresso e borsa fotografica Tomba dei leoni ruggenti

La scoperta di questo posto la devo alla mia ricerca riguardo l’antica città di Veio. Partendo da una mappa del pianoro di Veio del XVI secolo, sto mano a mano perlustrando tutte le parti di questa zona ancora da scoprire. La Tomba dei Leoni Ruggenti, ad esempio, è stata scoperta ufficialmente solo nel 2006.

La zona della Tomba dei Leoni Ruggenti è un declivio di fronte al pianoro dove sorgeva la grande città di Veio, come fosse una rupe di fronte alla rupe. Si tratta di 4 sepolcri scavati nel pendio della collina. Il sepolcro più grande è quello principale mentre gli altri tre, di uguale dimensione ma più piccoli, si allineano tutti sulla destra.

Immagino chi arrivava da Roma e si trovava una serie di colline attraversate da strade controllate e con strutture sempre più difensive, con sullo sfondo la città fortificata, incorniciata a sua volta dalle montagne dietro di sé. Credo che facesse davvero concorrenza a Roma, anche come impatto visivo ed emozionale.

Paesaggio, collina e fattoria Tomba dei leoni ruggenti

5tomba dei leoni ruggenti tdlr S

Penso al principe etrusco al quale venne dedicata questa struttura, al suo carisma e alla sua nobile famiglia. Mi sembra quasi di sentire risuonare ancora nell’aria le voci in lingua etrusca che hanno popolato questa zona.

Ingresso lato sx Tomba dei leoni ruggenti

Tomba dei leoni ruggenti interno lato dx

Le tombe sono posizionate in modo che “guardano” verso la città. Come buona usanza i defunti si seppellivano fuori le mura, quindi sotto le naturali difese della città, costituita in gran parte da un intricato sistema di rupi tufacee. Di fronte a me scorre l’antico fiume Cremera, che fungeva da fossato naturale alla arroccata città di Veio. Purtroppo questa città venne abbandonata dopo il IV secolo d.C.; essa venne distrutta e sepolta dalla storia. Oggi ne rimane la sua eredità storico-culturale e con essa qualche traccia nel nostro dna.

Mi piazzo lungo il declivio di fronte alle tombe, con la schiena poggiata sul terreno in dislivello, lo sgabello saldo sotto al sedere e comincio a scattare:

Rondine Hirundo rustica Tomba dei leoni ruggenti

Rondine comune Hirundo rustica

Cornacchie Corvus cornix alla Tomba dei leoni ruggenti

Cornacchia grigia Corvus Cornix

Monto il Canon EF 24-70mm f 2.8 L USM e provo a descrivere questo posto, ma nessuna lente o obiettivo può restituire le sensazioni che questi luoghi evocano:

Paesaggio cielo nuvole Tomba dei leoni ruggenti

55tomba dei leoni ruggenti tdlr S

1 pensiero su “Fotoviaggio alla Tomba dei Leoni Ruggenti”

  1. Una delle civiltà più affascinanti e misteriose, sobriamente ma magistralmente descritte da queste parole..
    Le foto restuiscono degnamente alla memoria collettiva, che esse sembrano lustrare e che grazie a te, escono come il Genio dalla lampada di Aladino, la storia di un popolo sul quale forse ancora si è detto troppo poco..
    Non conoscevo questo luogo ma stasera grazie alle tue foto, forse è come esserci stato..

    Piace a 1 persona

Lascia un commento